venerdì 8 aprile 2016

IO SONO STATA UNA YOUNG ADULT, NON LO DIMENTICO E NON ME NE VERGOGNO

In risposta a questo articolo
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Cara Sarah,
sono mamma e sono stata adolescente.
Probabilmente, a differenza del Sig. Turrini, non me lo sono dimenticata.
Quello che mi ricordo dei miei 16 anni era l'incomprensione che percepivo nel mondo degli adulti e l'invidia verso gli "infanti" che crescevano senza problemi.
Rischio la banalità dicendo che è un'età in cui non sei appunto nè carne nè pesce ma tutti cercano di darti un'etichetta, di disegnarti il contorno da non strabordare, là dove il giovane adulto cerca solo di essere capito e aiutato a capire. E cerca limiti da superare perchè è su questo che si fonda il processo di crescita.
Di pari passo le mie scelte letterarie di allora: 30 anni fa non c'era letteratura specifica, sono passata da Gianni Rodari a Ignazio Silone con la mia immaturità e incoscienza.
Quello che ricordo però è che le mie scelte di lettura erano condivise da un adulto di riferimento: la prof di italiano, i miei genitori, la sorella più grande. Loro consigliavano, mi seguivano e mi aiutavano a capire le cose che leggevo e che a volte erano più grandi di me.
Cercavo altre risposte, ma non le trovavo perchè - appunto - non c'erano molti libri dedicati agli adolescenti allora.
Ma per fortuna le cose sono cambiate.
Io ho un figlio quasi pre-adolescente, un po' precoce nelle sue letture perchè estremamente sollecitato.
Legge un po' di tutto. Non gli impongo i classici perchè non hanno i ritmi della vita moderna. Seguo le sue curiosità.
Anni fa gli ho spiegato perchè non mi piaceva Geronimo Stilton per lui, perchè non ero disposta a spendere soldi per questo tipo di libri. Ma non gliel'ho proibito o bollato come illeggibile: lui sapeva che in biblioteca poteva prenderli o che poteva farseli regalare, ma che io non glieli avrei comprati. Ne ho comprati altri ed era lui il primo a dire alla fine "questo è più bello".
Oggi cerco di spiegargli allo stesso modo perchè "Vita da schiappa" mi fa lo stesso effetto e sullo stesso tema - visto che le medie sono vicine -  gli propongo letture moderne ma diverse (ad esempio l'ultimo libro di Annalisa Strada "#lemedie... ok panico!"), divertenti, adatte al suo linguaggio ma non così superficiali o commerciali.
Ma insomma, non si può essere sempre impegnati: sono la prima a confessare che aspetto con ansia l'ultima uscita di Ken Follet o della Kinsella per spegnere il cervello e abbandonarmi a sensazioni semplici!
Certo, per dare risposte di questo tipo bisogna investire del tempo, leggere quello che legge lui. Qualche mese fa mi ha chiesto di leggere "Eragon". Gli ho detto di no, non conoscevo il libro e non sapevo se fosse adatto a lui. Poi l'ho letto e gli ho spiegato che non mi sembra all'altezza di Percy Jackson. Eh già, quando ha iniziato a leggere Percy Jackson giravo con il dizionario dei miti della nipote liceale per rispondere alle sue domande...
Il fatto è che mi diverto a leggere i suoi libri. A stare al suo passo.
La letteratura per ragazzi è piena di letture per cui vale la pena!
Ci sono anche delle complicazioni in questo moderno mondo editoriale: il valore del lettore è dettato dalla battuta di cassa, il concetto di best seller è uber alles. Questo perchè una casa editrice è un'impresa privata e per continuare a vivere deve riuscire a vendere. E allora sì: diventano libri di successo anche cose che hanno poco valore creativo. Ma mi viene da pensare che le persone che comprano il best seller comunque sono lettori e potevano guardare la tv invece di leggere. E allora ben vengano anche i best seller.
Cara Sarah, anche per noi adulti questo mondo è tutto un po' nuovo e sconcertante. Così come noi da adolescenti eravamo sconcertanti per i nostri genitori, e loro lo sono stati prima di noi. Il mondo cambia, le persone con lui e il salto generazionale sempre più ampio non aiuta.
Ci vuole voglia di confrontarsi, che vuol dire esprimere le proprie opinioni e allo stesso tempo ascoltare e cercare di capire con la stessa forza. Lo devono fare gli adulti, lo devono fare gli adolescenti. A voi ragazzi servirebbe per evitare i nostri errori, a noi per ringiovanire un po' e soffrire meno di malinconia.
Per questo la mia risposta al signor Turrini è molto simile alla tua: vada a vedere e a leggere là dove i lettori "young adult" e gli autori si confrontano. Vada a cercare di capire quegli adulti che sanno esprimersi in modo che gli adolescenti possano capire e identificarsi. E non perchè si sono "abbassati" al loro livello, ma perchè hanno questa sensibilità, questa empatia che permette loro di farsi ricevere da un mondo diverso da quello a cui appartengono. E se ci sono adolescenti che scrivono per adolescenti adottando il linguaggio specifico, cosa c'è di male? Impoveriscono lo stile? Uffff, ci sono alcuni libri che sono talmente stilosi da risultare noiosi da morire..

Cara Sarah, mi permetto di aggiungere che dalla tua risposta si nota che sei molto matura e intelligente. La mia speranza è che le persone giovani siano sempre più come tu dimostri di essere.
Io frequento - perchè ho la fortuna di essere nata lì e quindi ci torno volentieri - il Festivaletteratura di Mantova. Lì incontro ogni anno tanti ragazzi che come te sono appassionati, curiosi e intelligenti. Che non hanno paura di fare domande anche agli autori più importanti ma che allo stesso tempo aprono la porta ai poco più che coetanei che magari sono alla prima esperienza.
Evidentemente il signor Turrini questa esperienza non l'ha mai vissuta.
E allora invitiamolo: mettiamolo di fronte una sera per un'ora ai ragazzi di Blurandevù e vediamo se dopo avrà la stessa opinione di oggi.

E mi rimane un dubbio su cui però non spenderò più di un minuto: cosa pensa il signor Turrini della letteratura "chick-lit"? Di quello che viene scritto per le donne e per rappresentare in modo semplice le loro esperienze? E degli uomini che scrivono per le donne o viceversa (ma in quest'ultimo caso per la maggior parte sotto pseudonimo)? Tutto da bruciare o bollare?

Cara Sarah, sperimenterai che il mondo dell'incomprensione va oltre i tuoi 16 anni. Grazie per aver dato voce alla tua età in questo contesto, ti auguro di esprimerti anche per altre battaglie nel futuro.
Ma non vergognarti se in spiaggia un giorno ti verrà voglia di leggere un libro leggero e non giudicare - ti prego - chi vedrai farlo. Il rischio di essere "un signor Turrini al contrario" è sempre dietro l'angolo.

Con tanto affetto,
Emanuela, sedicenne del 1988.

1 commento:

  1. cara Emanuela sono, come dici tu, una sedicenne del 1974........e l'aritmetica oggi mi porta a quota 58. la mia gioventù l'ho vissuta negli anni di piombo, ed erano decisamente bruttini. non c'erano i mezzi di comunicazione attuali ed era difficile anche trovare un telefono pubblico funzionante, se volevi un contatto non controllato dai genitori. resto sempre affascinata da questi "ponti" che oggi possono esistere tra le persone. Non entro nel merito della discussione che mi trova assolutamente impreparata, ma solo sul metodo. Spiacevole e sgradevole il sig. Turrini, bella la nostra Sara e bella tu. Noi sedicenni di altre date non dovremmo mai dimenticare di parlare con gli attuli sedicenni, vivremo in un mondo che sarà gestito da loro, e se per farlo devo attrezzarmi conuna tastiera sono qui. un bacio grande Rita

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